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La Storia

Pochi sanno che anche la periferia a nord di Napoli può vantare una storia ricca e gloriosa, testimoniata anche dalla presenza di monumenti e opere architettoniche di grande pregio. I casali rurali stati, infatti, il nucleo originario di interi quartieri dell’aerea napoletana, oggi erroneamente considerate “periferia”, quasi come se questi non altra storia se non quella delle violenze che quotidianamente vi si consumano.

Secondigliano è un esempio di questa “trasformazione”.

L’origine del nome è tuttora incerta. Secondo alcuni deriverebbe dalla famiglia dei Secondilli , che qui stabilì la propria dimora, secondo altri dai Colli Secondilli che circondano la città da nord-est a nord-ovest. Altri ancora ritengono che il nome derivati ​​dalla collocazione del quartiere all’altezza del secondo miglio della via Atellana ( secundum milla ). La prima citazione documentale ufficiale risale al 10 Ottobre 1113. Il documento cita un contratto d’affitto di un fondo posto in “ Villa Secundillani ”. Altri documenti, riportanti il ​​nome “ Secondilianum ” e “ Secundillanum “, trova invece al regno di Carlo D’Angiò e di Carlo IIma di essi non si trova nessuna notizia fra i casali di Napoli sotto l’imperatore Federico II. Nella santa visita dell’arcivescovo del 1542 viene citato il “ Casale Secondigliani ”. Nei periodi della dominazione normanna, sveva, angioina ed aragonese , Secondigliano, pur essendo Casale, non aveva né le caratteristiche architettoniche né urbanistiche di un vero e proprio Casale regio, caratteristiche che assumerà solo in età vicereale, verso la fine del 1500 e l’ inizio del 1600 dopo l’apertura della strada di Capodichino, che renderà Secondigliano accessibile anche dalla pianura. L’economia dell’antico Casale si basava soprattutto sull’agricoltura e la vita quotidiana era regolata da rapporti di tipo feudale. Nel corso del 1600anche Secondigliano, come gli altri Casali di Napoli, si trasformò in Universitas , unità amministrativa indipendente governata da assemblee popolari. Il Casale riforniva gran parte della città di frutta, vino, grano, ortaggi, cereali grazie alle sue fertilissime campagne a 150 metri di altitudine. Particolarmente fiorente era la coltivazione del gelso da cui si ricavava seta di eccelsa qualità. Dall’allevamento dei maiali e dalla macellazione delle carni si ricavava il rinomato “salame di Secondigliano”, la cui ricetta è andata perduta nel corso dei secoli. Agli inizi del 1800 le Universitas, istituzioni ormai obsolete, furono abolite e convertite in comuni autonomi. Nel 1925Secondigliano fu annesso al Comune di Napoli, acquistando sempre di più i caratteri della “periferia”. Fino agli anni ’50 però il quartiere conserva le sue caratteristiche di borgo rurale, divenendo meta di scampagnate, preferito dalle famiglie napoletane per l’aria salubre e la presenza di numerose trattorie.

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